Date di esistenza: sec. XV -
Luoghi: Serbia, Ragusa, Ancona
Titoli: nobili
Intestazioni di autorità:- Sturani, nobili di Ancona, Serbia, Ragusa, Ancona (sec. XV - ), SIUSA/NIERA
Note storiche:Gli Sturani sono un'antica famiglia le cui origini si rintracciano in Serbia già nel XV secolo (forse giuntavi dall'Ungheria dove sembra attestata dal secolo precedente); dove era conosciuta per i servizi resi all'impero nella lotta contro i turchi: nel 1440 Giovanni Storanovich fu, infatti, tra i difensori di Belgrado assediata da Amurat II. Nel XVI secolo a causa del progredire della dominazione Ottomana, essendo gli Sturani fedeli all'impero d'Ungheria, si videro costretti a trasferirsi a Ragusa, capitale dell'omonima repubblica. Documenti presenti nell'archivio di famiglia attestano che anteriormente al 1500 ad Ombla, territorio di Ragusa, si trovava, già, un Matteo Sturani o Storanovich, padre di Elia.
Il primo Sturani del quale si hanno notizie certe fu proprio Elia, il quale, abbandonata la patria, decise di andare a praticare la mercatura nell'impero Ottomano dove rimase molti anni accrescendo la sua fortuna e svolgendo incarichi diplomatici per il re d'Ungheria; tornato a Ragusa vi prese domicilio e nel 1556 fu iscritto fra le famiglie civiche ragusee, annesso cioè al patriziato. Elia sposò nel 1568 in prime nozze Nicoletta, figlia di Andrea di Radicio Braicovich e da questa ebbe due figlie: Perra (Petronilla) e Marra.
[espandi/riduci]Rimasto vedovo, sposò in seconde nozze Francesca, figlia del capitano Francesco di Stefano Sagri, dalla quale non ebbe figli; non avendo perciò avuto figli maschi, nel suo testamento lasciò suo erede universale Biagio di Elia, figlio di sua sorella, il quale aveva fatto andare sin da giovane in Serbia per curarvi i suoi affari e che per l'affetto e la riconoscenza che portava allo zio, prese il nome di Sturani.
Biagio, dopo avere accresciuto la sua fortuna nell'impero Ottomano, tornò a Ragusa dove nel 1587 sposò Giovanna Natali, figlia di Matteo di Giorgio Natali e nel 1622, come riconoscimento della fedeltà e dei meriti suoi e della sua famiglia, fu decorato con tutti i suoi discendenti dall'imperatore Ferdinando II con il titolo di Nobile del Sacro Romano Impero. Dal matrimonio di Biagio nacquero diversi figli: Michele, Matteo, Giovanni, Luca, Francesco e Cristoforo ed alcune figlie delle quali la storia ci ha tramandato solo il nome.
Michele Matteo recatosi sin da giovane per commercio a Belgrado, nel 1612 vi iniziò la carriera di agente diplomatico del re Matthias d'Ungheria e da questi nel 1616 con diploma venne creato familiare della Camera Aulica. Nel 1621 fu, poi, nominato dall'imperatore Ferdinando II ambasciatore cesareo e consigliere intimo e come tale venne, poi, inviato, nel 1643 in missione alla corte ottomana. Nel frattempo, nel 1626 era stato nominato cavaliere dell'ordine equestre della Beata Vergine della Concezione e di San Michele Arcangelo. Ed è sempre in questo anno che Ferdinando II lo inviò presso il papa Urbano VIII come ambasciatore straordinario. A seguito di questa ambasceria i fratelli, seguendolo a Roma, sulla via del ritorno decisero di fermarsi e stabilirsi in Ancona (dove era già presente un'importante comunità ragusea) per esercitarvi il commercio marittimo.
Dei fratelli di Michele Matteo, coloro che si distinsero maggiormente furono Giovanni (1595-1647) e Cristoforo. Il primo, oltre ad esercitare la mercatura, ebbe, infatti, l'incarico di rappresentante della Repubblica ragusea e nel 1630 sposò la nobile Caterina Marcelli, anconetana, divenendo il capostipite del ramo anconetano della famiglia. Il pontefice Urbano VIII con breve del 1639 lo aggregò con tutta la famiglia ed i discendenti di entrambi i sessi al patriziato anconetano ed in quello stesso anno il cardinale Giulio Savelli, vescovo di Albano, nominò Giovanni, il quale già deteneva la carica di amministratore della Mensa di Ancona, familiare della sua corte.
Con Giovanni Sturani la famiglia iniziò quella politica di acquisti di terre ed immobili che la avrebbe portata nel secolo successivo ad essere più assimilabile all'aristocrazia terriera che
non al ceto mercantile.
Cristoforo, invece, che si era trasferito in giovane età, venne avviato alla carriera ecclesiastica fino a divenire vicario generale e poi canonico della cattedrale di Ancona. Fu anche un illustre matematico e di lui si ricorda la pubblicazione nel 1676 di "Opinione sulla duplicazione del cubo".
Giovanni Sturani fu l'unico che ebbe una discendenza, infatti dal suo matrimonio con Caterina Marcelli nacque Giuseppe (nato il 18 settembre 1642), il quale fu anch'egli rappresentante della Repubblica di Ragusa in Ancona e console d'Inghilterra e Olanda.
Giuseppe sposò la nobile Maria Maddalena Benvenuti e da questa ebbe sei figli maschi, dei quali solo uno, Domenico (nato il 24 dicembre 1675), si sposò. Il figlio cadetto, Francesco
Sturani, fu ufficiale nell'esercito imperiale, mentre gli altri seguirono la carriera ecclesiastica e tra questi Innocenzo Sturani nel 1707 venne nominato da papa Clemente XI arcidiacono del Capitolo della cattedrale di Ancona. L'arcidiacono Sturani fu anche legato da personale amicizia con il pontefice Benedetto XIV, come prova il carteggio presente nell'archivio familiare.
Domenico, così come suo padre e suo nonno prima di lui, fu rappresentante della Repubblica di Ragusa e console d'Inghilterra e di Olanda e tra il 1732 ed il 1745 ricoprì la carica di Castellano. Sposò Maria Bertola dalla quale ebbe due figlie e due figli: Giuseppe (nato il 20 settembre 1706) e Giovanni.
Giuseppe sposò Eleonora Bosdari, patrizia anconetana di origine dalmata. Ricoprì il ruolo di Colonello comandante della piazzaforte e del porto di Ancona ed ereditò l'incarico paterno di console per Ragusa, Inghilterra e Olanda. Essendo un uomo molto colto e attivo venne considerato dai suoi contemporanei come uno dei più autorevoli cittadini e la sua famiglia una delle prime della città, non soltanto per le importanti relazioni di parentela, ma soprattutto per le opere di beneficenza e per l'ospitalità che era solito concedere.
Dal matrimonio con Eleonora nacquero due figli maschi, Francesco (nato il 2 agosto 1742) ed Innocenzo, quest'ultimo fu maggiore nell'esercito pontificio e morì celibe.
Francesco, invece, fu tenente colonnello comandante del Rivellino della piazzaforte di Ancona e sposò la nobildonna Maria Passeri dalla quale ebbe sei figlie e tre figli, di questi il secondogenito Giuseppe fu un ecclesiastico, mentre Giovanni Enrico, l'ultimogenito, seguì la carriera legale senza mai sposarsi.
Ludovico, il primogenito, è tra i figli di Francesco Sturani, la figura di maggiore rilievo per le attività nelle quali si distinse. Nacque il 10 ottobre 1778 e fu tenuto a battesimo dal Duca di York, fu intendente (cioè prefetto) della provincia di Ancona e quando nel 1831 scoppiarono i moti rivoluzionari contro il governo pontificio, fece parte, come ministro delle finanze, del governo provvisorio delle Province Unite e per tale motivo all'avvenuta restaurazione pontificia fu esiliato.
Morì di colera nel 1836, poco dopo essere rientrato in Ancona dall'esilio.
Nel 1817 Ludovico aveva sposato la nobile Matilde Felici, come lui di sentimenti liberali e che molto fece per il risorgimento nazionale; da questa ebbe sei figlie e tre figli: Francesco (nato il 4 dicembre 1819), Luigi (nato il 6 luglio 1822 e morto nel 1870) e Carlo (nato il 1 gennaio 1832 e morto nel 1921). Tutti e tre parteciparono attivamente ai moti risorgimentali ed alle guerre di indipendenza: nel 1848 Francesco combatté per la Repubblica romana e Luigi con i volontari romani a Cornuda, Treviso e Vicenza, nel 1849 entrambi presero parte alla battaglia di Novara come volontari del corpo di cavalleria dell'esercito sardo e Carlo arrivò al punto di scappare dal collegio per correre in Piemonte ad arruolarsi nel reggimento dei granatieri.
Tutti e tre si sposarono, ma poiché Francesco non ebbe discendenza, la famiglia si divise in due rami: uno primogenito derivante dai figli di Luigi ed uno cadetto dai figli di Carlo.
Luigi Sturani, dopo avere combattuto per l'indipendenza d'Italia nel 1848 e nel 1849, ricoprì importanti cariche pubbliche ad Ancona e nel 1862 sposò Ottavia Bellati che nel 1848 durante le cinque giornate di Milano, poiché era figlia del patriota Antonio Bellati, era stata imprigionata nel Castello Sforzesco. Dal matrimonio tra i due il 2 gennaio del 1866 nacque Carlotta la quale nel 1886 sposò l'ingegnere Alfredo Pogliaghi. Il 15 aprile del 1867 nacque Ludovico che seguì la carriera militare fino a divenire generale nella Riserva, partecipando a diverse campagne di guerra: Eritrea (1895-1896), Libia (1913-1915), I guerra mondiale dove si distinse a capo della I divisione di fanteria. Egli sposò nel 1899 Paola Bellati dalla quale ebbe numerosi figli.
Il 12 giugno del 1869 nacque Maria che morì nubile nel 1893 ed, infine, l'11 luglio del 1870 nacque Enrico.
Carlo Sturani, invece, dopo le guerre d'indipendenza, fu, per molti anni, sindaco di Paterno (Ancona). Nel 1868 sposò la nobile Margherita Bianchetti e da questo matrimonio nacquero diversi figli: tra questi, nelle carte dell'archivio si trovano notizie solo di Giovanni Enrico, avvocato.
Complessi archivistici prodotti:Bibliografia:- P. GALEAZZI, Mercatura e nobiltà. Archivio privato della famiglia Sturani di Ancona (secc. XVI-XX), in RiMARCANDO. Bollettino della Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche, n. 4, 2009, 157-168
- G. STURBA, L'Archivio di Stato di Ancona dalle origini ad oggi, Tesi di laurea dell'Università degli Studi di Urbino - Facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1987-1988, 118
- V. SPRETI, Enciclopedia storico nobiliare italiana, vol. VI (S-Z), ed. Forni, Bologna 1932, 498-499
Redazione e revisione:- Galeazzi Pamela, 2018/06/14, revisione
- SIAS, 2012/01/10, prima redazione in SIAS