SIAS

Archivio di Stato di Prato

Istituto Gaetano Magnolfi di Prato

Date di esistenza: 1838 - 1978

Sedi: Prato

Intestazioni di autorità:
  • Istituto Gaetano Magnolfi di Prato (1838 - 1978), SIUSA/NIERA

Condizione giuridica:
  • privato

Tipologia:
  • ente di assistenza e beneficenza

Note storiche:
L’8 dicembre 1837 Gaetano Magnolfi ottenne dal governo granducale l’autorizzazione a fondare a Prato, al secondo piano di un palazzo confinante con la sua stessa abitazione in piazza del Comune, un asilo di carità rivolto a orfani bisognosi, con lo scopo di provvedere al loro mantenimento, istruzione e avviamento al la-voro.
A fronte delle crescenti richieste di ammissione, un rescritto sovrano del 24 agosto 1838 concesse all’Istituto (che a quella data contava 13 ospiti, destinati a quadruplicare nel giro di dieci anni) i più spaziosi locali del soppresso convento della Pietà, appartenuto fino al 1818 ai carmelitani scalzi e da allora in stato di abbandono: in questa nuova sede l’Orfanotrofio, detto appunto “della Pietà” e riconosciuto come “stabilimento di pubblica utilità”, si stabilì l’8 dicembre 1838.
Nelle intenzioni del suo fondatore, esso doveva configurarsi come una scuola “tecnologica”, che si proponeva cioè di unire alla formazione teorica l’avviamento all’esercizio di una professione: oltre a ricevere l’istruzione elementare, gli allievi potevano quindi apprendere nelle officine interne all’Istituto un mestiere che consentisse loro, da adulti, di guadagnarsi “un’onesta sussistenza”. L’offerta pratica era definita in base ai criteri dell’importanza per l’economia locale e delle opportunità occupazionali per i giovani apprendisti: all’epoca della fondazione, erano oggetto di insegnamento le arti della falegnameria, della tessi-tura, della saldatura, della calzatura, della lavorazione dell’ottone e del bronzo, della tipografia (quest’ultima introdotta grazie a Magnolfi, che rilevò nel 1844 la celebre tipografia Giachetti, trasferendo-ne le attività nel suo Istituto). I maestri delle officine erano artigiani ammessi a svolgere le proprie attività nelle botteghe dell’Orfanotrofio; in cambio, si impegnavano ad accogliere gli orfani come apprendisti, garantendo loro un salario (non inferiore ai tassi locali) che veniva depositato mensilmente presso la Cassa di risparmio e depositi di Prato su libretti individuali da consegnarsi agli orfani dimessi.
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Complessi archivistici prodotti:

Bibliografia:
  • F. ZAVALLONI, Magnolfi, Gaetano, Dizionario biografico degli italiani, vol. LXVII, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2006

Redazione e revisione:
  • D'Angelo Fabio, 2024-09-23, rielaborazione
  • Pagliai Ilaria, 2017-11-23, prima redazione