Altre denominazioni:- Monastero di Santa Maria e San Venerio del Tino
- Monastero di San Venerio di Portovenere
Date di esistenza: sec. VII - 1763
Sedi: Isola di Tino/Portovenere (La Spezia)
Intestazioni di autorità:- Abbazia di San Venerio del Tino, Portovenere (sec. VII - 1763), SIUSA/NIERA
Condizione giuridica: Tipologia:- ente e associazione della chiesa cattolica
Note storiche:Sulla piccola Isola di Tino (anticamente Tyrus Maior), presso Portovenere, intorno al 660 fu eretta una chiesa dove era sepolto il santo eremita Venerio. L'edificio fu ampliato tra i secoli X e XI e nel 1057 vi fu eretto un monastero benedettino, che fu riconosciuto dal papa Leone X. I suoi possedimenti si accrebbero rapidamente, fino ad estendersi dal Golfo di La Spezia, alla Liguria, all'area padana e alla Corsica. Fra il 1233 e il 1236 il papa Gregorio IX assegnò il monastero ai Canonici regolari Mortariensi. I tre monaci benedettini che all'epoca ancora vi risiedevano furono dapprima allontanati, poi riaccolti ed essi a loro volta scacciarono con la violenza i Canonici, poco prima del 1250. L’isola subì nel tempo numerosi saccheggi, tra cui uno gravissimo nel 1379 per mano dei Veneziani in guerra contro Genova, nel corso del quale furono asportati paramenti preziosi e reliquie. Nel 1428 il luogo non era più abitato e nel 1432 Eugenio IV assegnò il monastero agli Olivetani. Intorno agli anni '40 del Quattrocento furono sommati ai possedimenti del monastero i beni superstiti requisiti a S. Venanzio di Bolano dopo che il papa ne aveva soppressa la dignità abbaziale. Poco prima del 1470, a causa delle continue minacce di incursioni piratesche, gli Olivetani si ritirarono sulla terraferma, nel monastero di Santa Maria delle Grazie. Sull'isola rimasero solo pochi monaci per officiare la chiesa fino al 1763.
Complessi archivistici prodotti:Bibliografia:- G. FALCO, (a cura di), Le carte del monastero di San Venerio del Tino, 2 voll., Torino 1917-1933
Redazione e revisione:- Ottani Simonetta, 2021/12/25, revisione
- SIAS, 2005-10-03, prima redazione in SIAS