fondo
Estremi cronologici: 1310 - 1770
Consistenza: 14187 tra registri, filze, buste
Storia archivistica: La documentazione prodotta e ricevuta dalla Mercanzia rimase presso la magistratura finché essa ebbe vita (1770), inizialmente nelle case dei Dominici e degli Alberti del Giudice, per essere trasferita nel palazzo costruito appositamente in piazza della Signoria nel 1359. Negli anni settanta del Cinquecento la Mercanzia e il suo archivio furono trasferiti in alcune stanze degli Uffizi, a seguito della costruzione vasariana (1560-1580) dove furono concentrate le principali magistrature fiorentine. Durante il trasloco fu sconvolto l'ordinamento, secondo quanto scrive Lorenzo Maria Mariani in esordio a suo inventario compilato tra agosto e ottobre 1717 insieme al guardiano della corte (cui era affidata la cura degli atti del Magistrato) Andrea di Bernardo Rigogli. A riordinamento compiuto risultavano 11243 pezzi, 334 pergamene e 325 registri appartenenti agli Ufficiali forestieri della Mercanzia, una serie ritenuta autonoma da Mariani (non è infatti computata nel calcolo complessivo dei pezzi dell'archivio). Il calcolo tuttavia sembra approssimato per difetto.
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Dopo la soppressione della Mercanzia (1770), la giurisdizione di questo tribunale ed il suo archivio passarono alla neocostituita Camera di commercio, alla quale furono destinati gli edifici dell'Arte della seta e della Parte guelfa. L'archivio non più corrente della Mercanzia, pur rimanendo di competenza del nuovo istituto, per motivi di spazio rimase nell"Archivio grande" della Mercanzia, al primo piano degli Uffizi lunghi.
Alla fine degli anni settanta del Settecento l'archivio fu sottoposto a riordinamento, scarto e furono inviati di documenti, filze e registri ad altri uffici. L'attuale situazione sembra risalire proprio a questo intervento, salvo alcune modifiche minori nella consistenza e nelle serie apportate successivamente. Lo scarto di allora non era stato il primo, tanto che nella "Nota dei libri spurgati" redatta per l'occasione si rilevavano molte lacune nella documentazione.
Dopo che nel 1782 la Camera di commercio fu anch'essa abolita, la maggior parte delle sue competenze giudiziarie fu esercitata per undici anni dal Magistrato dei pupilli che dalla vecchia magistratura ereditò temporaneamente anche parte dell'archivio. Nel 1793 il Magistrato dei pupilli a sua volta passò la giurisdizione da poco acquisita al Dipartimento esecutivo, creato in quell'anno, che però dell'archivio della ex Camera di commercio ricevette soltanto la documentazione successiva al 1770, mentre le carte anteriori a quella data rimasero presso gli Uffizi lunghi.
La fase breve e convulsa del periodo francese (1799-1814), con l'abolizione dei tribunali granducali e la decretata riunione di tutti gli archivi pubblici in un unico Bureau d'archives générales - poi Conservation générale des archives de Toscane -, accelerò il processo già in atto di accorpamento dei complessi documentari giudiziari non più correnti. Dopo il ritorno del granduca Ferdinando III, gli archivi delle magistrature civili che non furono ripristinate rimasero uniti confluendo progressivamente in tre depositi (San Pier Scheraggio, Teatro mediceo, alcuni locali degli Uffizi corti) e, dal 1838, insieme agli archivi criminali, divennero di competenza dell'allora costituita Presidenza della Corte regia di Firenze.
Nel 1853, infine, gli archivi giudiziari civili furono ceduti all'Archivio centrale di Stato di Firenze, istituito da Leopoldo II un anno prima, dove ricevettero un nuovo ordinamento ed un'inventariazione. Per volere del soprintendente Francesco Bonaini ciascun fondo archivistico fu suddiviso in due nuclei, attraverso la separazione tra le carte prodotte in epoca repubblicana e quelle risalenti al periodo mediceo. Fu fatta un'unica eccezione per gli archivi delle Arti (che nel 1853 erano stati acquisiti solo in forma parziale dal Centrale, essendo il resto in possesso della Comunità di Firenze, che avrebbe versato a sua volta il materiale nel 1857) e per quello della Mercanzia, dei quali fu mantenuta la continuità cronologica.
In tal modo, avendo mantenuto la propria integrità, per così dire, istituzionale, la documentazione della Mercanzia non fu toccata dalla riorganizzazione generale per funzioni data ai fondi dell'Archivio centrale e voluta dal direttore Cesare Guasti negli anni settanta-ottanta dell'Ottocento.
Descrizione: Il fondo comprende la documentazione prodotta e conservata dalla Mercanzia. Il materiale, estremamente eterogeneo anche per l'ampio arco cronologico cui si riferisce, comprende, tra gli altri, atti di tipo processuale, documenti legislativi e deliberativi, carte e registri relativi alla gestione ordinaria dell'ufficio.
Ordinamento: Si veda nella storia archivistica (per serie e cronologico)
Numerazione: Numerazione di corda unica per tutto il fondo. Si segnala la presenza di numeri bis e ter; 1-14169
Strumenti di ricerca:La documentazione è stata prodotta da:La documentazione è conservata da:Fonti:- ASFi, Inventario 1913, 686, pp. 265-271, Nota dei libri spurgati dal vecchio archivio della Mercanzia
- ASFi, Inventario 1913, 687, Proemio all'inventario (1717)
Bibliografia:- Antonella Astorri, La Mercanzia a Firenze nella prima metà del Trecento. Il potere dei grandi mercanti, Firenze, Olschki, 1998
- Dagli Uffizi a piazza Beccaria in Rassegna degli Archivi di Stato, XLVII/2-3, 1987, pp. 460-472
- Camera di commercio, industria e agricoltura di Firenze. La Camera di commercio e la Borsa di Firenze, a cura di Renzo Ristori, Firenze, Olschki, pp. 21-22, 31-34, 143-145
- Giuliana Giannelli, La legislazione archivistica del Granducato di Toscana in Archivio storico italiano (1956): "Notizie degli archivi toscani", numero monografico in occasione del III congresso nazionale degli archivi, Firenze, pp. 258-289
Redazione e revisione:- Baggiani Valentina, 09-GEN-06, rielaborazione
- Bettio Elisabetta, 2021/06/14, revisione
- Pidatella Delia, 28-MAR-97, prima redazione