fondo
Estremi cronologici: 1509 - 1784
Consistenza: 100 unità: regg. 56 e fascc. 44 in bb. 45
Storia archivistica: Il fondo rappresenta una piccola parte della documentazione originariamente prodotta dalla Cancelleria pretoria e prefettizia di Belluno, attiva al servizio dei podestà e capitani. Un'altra parte della documentazione è conservata presso l'Archivio storico del Comune di Belluno.
In Antico regime la documentazione era conservata presso il Palazzo dei rettori, sede dell'organo di governo veneziano a Belluno. La gestione dell'archivio era affidata fino al 1637 al fante pretorio, funzionario facente parte del seguito di ogni podestà e capitano, e poi al coadiutore ordinario, nominato dal rappresentante veneziano con incarico vitalizio: per quasi tutto il corso del XVII secolo il titolo appartenne alla famiglia bellunese dei Cappellari. Fino al 1797 la documentazione era organizzata in parte in volumi-reggimento, in cui veniva legata insieme tutta la produzione documentaria di un singolo mandato reggimentale, e in parte in registri e fascicoli sciolti, tra cui le raspe - i registri di sentenze penali - e i processi penali di maggior rilievo.
[espandi/riduci]Sembra che al momento della caduta della Repubblica di Venezia nel 1797 la documentazione dell'archivio dei rettori sia stata oggetto di furti e danneggiamenti, che purtroppo non sono oggi quantificabili con precisione. Ulteriori danni sono stati causati da un incendio scoppiato nelle carceri del Palazzo dei rettori nel 1800, i cui locali si trovavano sottostanti alle stanze in cui era conservato l'archivio. In ragione di questi due eventi la maggior parte della documentazione dev'essere andata dispersa o distrutta, tanto che oggi non si conservano che una parte dei registri di sentenze penali e alcuni fascicoli processuali.
L'inchiesta archivistica sulle province del Regno lombardo-veneto, avviata nel 1819, testimonia che in quel momento i resti dell'archivio dei podestà e capitani in materia giudiziaria furono trasferiti nell'antico Palazzo della Comunità, dove aveva sede il Tribunale provinciale di prima istanza. Nuove notizie sull'archivio risalgono solamente al periodo postunitario. Nel 1874 era ancora presso il Tribunale, come testimonia il riferimento presente in un'inchiesta sugli archivi degli enti statali condotta dal Ministero dell'Interno, da quell'anno competente in materia archivistica per tutto il Regno d'Italia. Poi, nel 1880, è la Statistica degli archivii della Regione Veneta di Bartolomeo Cecchetti, direttore dell'Archivio di Stato di Venezia, a testimoniare la permanenza del fondo in Tribunale, nell'occasione quantificato in 38 buste e 57 registri, una consistenza in linea con quella odierna.
Sin dal 1879 il Municipio di Belluno, venuto a conoscenza dell'esistenza della documentazione, aveva fatto richiesta al Tribunale al fine di ottenerlo in deposito per arricchire il Museo civico, da poco inaugurato. Contrariamente alla richiesta, il Ministero di grazia, giustizia e culti - interrogato al riguardo dal Tribunale - dispose che i registri fossero consegnati all'Archivio di Stato di Venezia. Nonostante il ricorso da parte del Municipio, nel maggio il Ministero dell'interno confermò la decisione. Dal canto suo, Cecchetti richiese al Tribunale se, insieme ai registri, si conservassero anche i fascicoli processuali: avutane conferma, lo stesso direttore dei Frari autorizzò il trasferimento dell'intero nucleo documentario. Una serie di lungaggini burocratiche ritardò l'invio degli atti sino ai primi mesi del 1881, quando la consegna fu completata e il fondo venne sistemato nei locali di San Nicoletto, da poco acquisiti dall'Archivio di Stato.
Pochi anni dopo il suo arrivo a Venezia, il fondo è stato oggetto di restauro. Questo intervento ha danneggiato in maniera sensibile i registri di sentenze, poiché su quasi tutte le unità documentarie è stato apposto un dorso in cuoio all'esterno dei piatti in legno, compromettendo l'originaria legatura archivistica in cui il dorso è all'interno dei piatti in legno. In ogni caso, il fondo rimase all'Archivio di Stato di Venezia sino al 1990, venendo così tutelato dagli eventi bellici che hanno sensibilmente decurtato il patrimonio archivistico di Belluno e in particolare quello del Tribunale, completamente distrutto in occasione dell'invasione austro-tedesca successiva alla disfatta italiana di Caporetto (novembre 1917). Presso l'Archivio di Stato di Venezia il fondo è stato sommariamente inventariato a cura di Bianca Lanfranchi Strina tra gli anni '60 e '70, andando così a sostituire l'elenco di versamento compilato nel 1880.
Nel 1990 il fondo è stato trasferito per competenza territoriale all'Archivio di Stato di Belluno. Con il ritorno "a casa" dei registri e dei fascicoli venne effettuato un nuovo restauro dei pezzi e furono organizzate una serie di iniziative pubbliche, tra cui una mostra, volte a valorizzare la conoscenza dell'importante patrimonio archivistico.
Tra il 2016 e il 2017 il fondo è stato oggetto di un nuovo intervento di inventariazione analitica da parte di Stefano Talamini nell'ambito dell'elaborazione della tesi di laurea triennale presso l'Università degli studi di Trento.
I dati della presente scheda sono stati inseriti in occasione del progetto iniziato nel 2022, in collaborazione tra l’Istituto Centrale per gli Archivi – ICAR e l’Università degli studi di Trento – Dipartimento di lettere e filosofia, volto a censire e descrivere i fondi archivistici prodotti da magistrature di governo operanti nel territorio della Repubblica di Venezia (con particolare riferimento alla provincia di Belluno e alla regione Friuli-Venezia Giulia) nel corso dei secoli XV-XVIII.
Descrizione: Il fondo contiene la documentazione giudiziaria superstite dell'archivio dei podestà e capitani di Belluno. In particolare, si conserva una serie di registri contenenti le sentenze penali emesse dal tribunale retto dal podestà e capitano in carica 8Raspe) e un'altra serie di Processi penali, unici frammenti di un cospicuo fondo di volumi-reggimento costituiti al termine del mandato di ogni rettore veneziano. Una terza serie, denominata Miscellanea, contiene alcuni fascicoli di atti non riconducibili alla produzione documentaria della Cancelleria pretoria e prefettizia.
Ordinamento: Il fondo si articola in tre serie.
Documentazione collegata:- Istituzioni governative e locali preunitarie di Belluno, Istituzioni governative di Antico regime, Podestà e capitano di Belluno in Comune di Belluno. Archivio storico - atti prodotti dalla Cancelleria pretoria e prefettizia e dalla Camera fiscale di Belluno (1621-1797, unità 523).
- Magistrature di governo veneziano nella Patria del Friuli e nella città di Belluno in Comune di Udine. Biblioteca civica Vincenzo Joppi - ordini, decreti e terminazioni in materia boschiva (1660-1795, regg. 2). (Consulta la descrizione online)
Strumenti di ricerca:La documentazione è stata prodotta da:La documentazione è conservata da:Bibliografia:- S. TALAMINI, "Ridussi la confusione di quella cancelleria alla meglior refforma". Creazione e conservazione dell’archivio giudiziario dei rettori veneti a Belluno (secoli XVI-XVIII), "Archivi", XIV/1 (2019), pp. 7-40
- E. TONETTI (a cura di), Documenti restaurati dell'Archivio di Stato di Belluno, III Settimana della Cultura, Belluno, 2-14 aprile 2001, catalogo della mostra, Archivio di Stato di Belluno, 2001
Redazione e revisione:- Marzotti Pasqualina Adele, 2017/06/05, revisione
- Santolamazza Rossella, 2023/03/11, supervisione della scheda
- Spada Roberta, 2006/05/31, prima redazione in SIAS
- Talamini Stefano, 2023/03/11, rielaborazione