Nello Stato della Chiesa, nel 1816 Pio VII ordinò la costituzione di un nuovo catasto e ne affidò l'attuazione alla Presidenza generale del censo. Le principali norme di attuazione furono pubblicate con motuproprio del 3 marzo 1819 che costituì la legge fondamentale in materia catastale. Il catasto fu topografico, con mappe al duemila, e descrittivo, con broliardi. Per la sua compilazione fu seguito il metodo napoleonico, cioè il rilievo topografico particellare e fu adottata la stessa misura unica, il sistema metrico decimale, del quale si vollero però rifiutare le denominazioni, conservando i vecchi termini con nuovo significato (la canna censuaria fu uguale al metro).
La tariffa per la stima dei terreni doveva essere sottoposta all'approvazione della Congregazione dei catasti, e a tale scopo fu istituita in Roma una Commissione consultiva del censo composta da cinque agronomi e presieduta dal direttore generale dei catasti. A livello periferico, invece, con circolare della Presidenza generale del censo del 17 luglio 1819, furono istituite, a decorrere dal 1 ottobre successivo, le cancellerie del censo alle quali, con circolare del 22 settembre 1819, si ingiunse di consegnare tutte le scritture catastali conservate.
[espandi/riduci]Il nuovo catasto, attivato provvisoriamente nel 1825, fu ultimato nel 1835 ed entrò quindi in vigore durante il pontificato di Gregorio XVI: da ciò la denominazione di "catasto gregoriano". Le operazioni di revisione cominciarono nello stesso anno 1835.
Con il regolamento sulla revisione del nuovo estimo censuario, furono istituite in Roma una Commissione generale per la revisione del nuovo estimo, composta da quattro deputati provinciali, ed una Giunta di revisione, mentre in ogni provincia fu istituita una Commissione filiale. La Giunta era formata da cinque periti, quattro dei quali stabili, e il quinto variabile secondo la provincia. Per la designazione dei periti si considerava lo Stato suddiviso in quattro parti: le quattro Legazioni, le Marche, l'Umbria, la Comarca di Roma (e province adiacenti, comprendendo in questa dizione anche Camerino, Orvieto, Rieti, Urbino e Pesaro).
Le cancellerie del censo cessarono la loro attività a partire dal 1859 e fino al 1870.
Contesti storico-istituzionali di appartenenza:Soggetti produttori collegati:Redazione e revisione:- Santolamazza Rossella, redazione centrale SIAS, 2022/01/07, prima redazione