Date di esistenza: sec. XIV - 1806
Sedi: Teolo (PD)
Intestazioni di autorità:- Vicario di Teolo (XIV - 1806), SIUSA/NIERA
Tipologia:Note storiche:L’istituzione del vicario di Teolo risale al XIV secolo e le sue competenze giudiziarie, come quelle degli altri vicari, vennero formulate nel libro I dello Statuto riformato del 1420. Con parte 7 gennaio 1552 il Consiglio generale dispose delle norme organiche per l’elezione del suo rappresentante. Tale parte prevedeva infatti che il vicario di Teolo, come d’altra parte quelli di Mirano, Conselve e Arquà, ossia i vicari residenti, dovesse essere eletto tra i membri del Consiglio generale, non avere debiti con il pubblico erario e doveva scontare una contumacia di 10 anni per essere eletto nella stessa vicaria, oppure di 5 per una vicaria diversa. Il vicario esercitava sia funzioni di tipo giudiziario, sia di tipo gestionale-amministrativo e di controllo. Come risulta da un’indagine del luglio 1798, ma riferentesi alla situazione del 1° gennaio 1796, dal punto di vista giudiziario era ad esso affidata la giustizia sommaria civile per le cause fino a 10 £., demandando però qualsiasi causa criminale (penale) al tribunale del Maleficio di Padova. Le mansioni gestionali-amministrative comprendevano la cura delle strade, degli argini, dei ponti pubblici e delle condotte d'acqua, avendo facoltà d’imporre pene di 10 soldi al giorno ad ogni abitante della vicaria che rifiutasse di effettuare i lavori che, secondo gli statuti della fraglia cui apparteneva, era tenuto ad effettuare. Non poteva però iniziare nuove opera pubbliche senza l'autorizzazione delle autorità competenti padovane, o che non fosse prevista negli statuti. Aveva poi il compito di vigilare sui mercati, sulla pubblica quiete e sull’annona per controllare il rispetto delle norme, dei calmieri e delle discipline stabilite da Padova, con la facoltà di imporre pene pecuniarie non superiori a £. 10. Infine, relativamente ai compiti di controllo, il vicario presiedeva ai consigli generali delle comunità del vicariato cui era destinato per mantenere l'ordine e non fossero proposte parti contrarie alle leggi, vigilando inoltre sull’operato di degani, marighi, ufficiali ed altre persone al servizio della vicaria. La sua carica era lucrativa ed aveva anche l’obbligo di risiedere stabilmente nel capoluogo del vicariato, non potendo egli assentarsi per più di una notte. Al suo servizio era posto un cancelliere, scelto tra le famiglie che avevano acquisito tale diritto dall'autorità pubblica.
Con l’arrivo dei Francesi nel 1797, il vicario di Teolo venne soppresso, come gli altri vicari e tutte le altre magistrature civiche: le sue prerogative furono assorbite dalla Municipalità di Teolo.
Successivamente, con la restaurazione austriaca del 1798, esso venne ripristinato nel suo ruolo, aumentando le sue prerogative in campo giudiziario.
Questa carica continuò ad essere eletta dal Consiglio generale di Padova fino al 1805, poi, con l’arrivo dei Francesi e soprattutto con l’annessione al regno Italico, fu definitivamente soppressa in quanto le sue competenze amministrative erano passate in capo alle municipalità dell’ex-vicaria; le sue attribuzioni giurisdizionali furono successivamente trasferite ai giudici di pace.
Contesti storico-istituzionali di appartenenza:Complessi archivistici prodotti:- Vicarie (fondo) per il periodo sec. XIV - 1806
Bibliografia:- A. DESOLEI, Istituzioni e archivi a Padova nel periodo napoleonico (1797-1813), Cargeghe (SS), Editoriale Documenta, 2012, Scheda 194 CD-ROM
- A. DESOLEI, Le istituzioni comunali padovane durante l’ultimo periodo della dominazione veneziana (1789-1797), «Bollettino del Museo civico di Padova», XCVII (2008), pp. 129-159, p. 147
- A. GLORIA, Il territorio padovano illustrato, 3 voll., Padova, 1862 (rist. Bologna 1983), vol. III, pp. 61-72
- Degli statuti della magnifica città di Padua libri sei nella latina e volgare lingua trascritti, 2 voll., Venezia, Tivani, 1747, vol. I, p. 9
Redazione e revisione:- Desolei Andrea, 2020-08-19, prima redazione
- Desolei Andrea, 2023-01-27, revisione