Altre denominazioni:- Consiglio generale
- Consiglio generale di Padova
- Generale Consiglio
- Consiglio maggiore
- Consiglio civico
- Consiglio della città
- Consiglio cittadino
- Magnifico Consiglio
Date di esistenza: sec. XIII - 1805, Interruzione nel 1797-1798 durante il periodo Democratico
Sedi: Padova
Intestazioni di autorità:- Consiglio generale della magnifica città di Padova (sec. XIII - 1805), SIUSA/NIERA
Tipologia:Note storiche:Il Consiglio generale fu, fin dall’epoca medievale, l’organo legislativo e deliberativo del Comune e continuò ad esercitare tale funzione durante i quasi quattro secoli di inglobamento nello stato veneziano e per tutta la prima dominazione austriaca. Può essere dunque definito, con ovvie distinzioni, come l’antenato dell’odierno Consiglio comunale, creato dai Francesi nel 1808 durante il regno Italico. Le origini del Consiglio generale risalgono al XIII secolo e la sua denominazione e struttura si modificarono ripetutamente nel corso del medioevo e delle dominazioni Carrarese e Veneziana. In particolare durante quest’ultima dominazione le sue funzioni furono progressivamente modificate, limitando le sue prerogative soprattutto in campo legislativo.
A livello strutturale e organizzativo fu con la parte del Consiglio generale 8 giugno 1660 che il medesimo Consiglio, ponendosi delle regole per la procedura di elezione delle cariche civiche, definì anche il proprio assetto istituzionale e quello delle magistrature civiche padovane che operarono fino alla caduta della repubblica Veneta e poi anche durante la prima dominazione austriaca (1798-1805). Questa parte prevedeva infatti per il 28 dicembre (giorno degl’Innocenti) la data per la riunione annuale del consesso, nella quale si dovevano eleggere i principali organi di governo cittadini. Vale a dire:
[espandi/riduci]- sedici deputati “nuovi”, scelti tra i componenti del Consiglio medesimo, che assieme ai sedici deputati “vecchi”, eletti il 28 dicembre dell’anno precedente, formavano il Consiglio dei XVI (anche se composto da trentadue deputati), vale a dire l’organo consultivo del Consiglio
- da questi sedici deputati “nuovi” venivano estratti quattro deputati alle Chiese, con il compito di controllare e gestire l’attività delle chiese e delle scuole spirituali della città. Queste ultime erano suddivise in quattro gruppi la cui assegnazione ad ogni deputato, effettuata con sorteggio, veniva solitamente effettuata in uno dei successivi giorni di dicembre
- i rimanenti dodici deputati “nuovi”, detti anche deputati ad utilia, sorteggiati in sei coppie (copule) che rimanevano in carica per quattro mesi cambiando una coppia ogni due mesi, andavano a formare l’organo esecutivo del Comune, vale a dire i quattro deputati attuali.
- dai trentadue deputati vecchi e nuovi (Consiglio dei XVI) venivano poi estratti sedici deputati alle Prove, dai quali a loro volta erano sorteggiati quattro presidenti alle Prove, il cui compito era di giudicare i titoli (prove di nobiltà) per l’ammissione dei cittadini nobili al Consiglio.
Oltre a tali magistrature il Consiglio generale, nelle successive riunioni svolte solitamente tra la fine di febbraio e la fine di marzo, doveva provvedere all’elezione delle principali cariche cittadine, secondo un ordine prestabilito.
Relativamente alla sua composizione, negli ultimi anni di dominio veneziano il Consiglio generale era composto da più di trecento cittadini nobili, appartenenti alle famiglie della nobiltà padovana oppure veneziana, purché quest’ultima domiciliata a Padova da almeno dieci anni. In quest’epoca le sue riunioni erano presiedute dal podestà veneziano o dal capitanio, in caso d’assenza del primo, ed ad esse partecipavano i deputati attuali ed i sindici di Comun. Membri di diritto del Consiglio generale erano inoltre: il contradditor delle parti, gli avvocati di città, gli avvocati fiscali, l’avvocato dei prigioni, il sindico dei prigioni, il contradditor del Collegio dei nodari, il conservador delle leggi di carità e l’inquisitor del S. Monte.
Relativamente alle sue funzioni, come già detto, il Consiglio generale esercitava, nella sostanza, il potere legislativo/deliberativo del Comune e le sue prerogative consistevano principalmente nell’elezione delle cariche civiche e nell’approvazione di “parti” (deliberazioni), solitamente proposte dai deputati attuali (organo esecutivo del Comune), preventivamente discusse dal Consiglio dei XVI (organo consultivo del Comune) e “contraddette” dal contradditor delle Parti. Tali parti trattavano essenzialmente tre tipologie di oggetti: l’ammissione di nuovi cittadini al Consiglio (su istruttoria dei deputati e presidenti alle Prove e dei sindici di Comun), l’approvazione di nuove norme di carattere generale (chiamate “leggi”, ma in sostanza dei regolamenti, poi sottoposti al nulla osta delle autorità veneziane) oppure di nuove imposizioni fiscali.
Con la caduta della repubblica di Venezia nel 1797 e la creazione della Municipalità democratica, il Consiglio generale venne soppresso, come tutte le altre magistrature cittadine, per poi venire integralmente restaurato dopo il trattato di Campoformio, che consegnava le ex-terre Venete all’impero Austriaco.
Durante la prima dominazione austriaca (1798-1805) la sua composizione e le sue prerogative rimasero le medesime che aveva nel periodo veneziano , come pure le procedure per l’elezione delle cariche civiche rimasero le stesse fissate dalla parte 8 giugno 1660, come risulta dai verbali del Consiglio generale. Fino alla creazione del capitanio provinciale, avvenuta nel 1803, esso veniva presieduto da uno dei deputati attuali, definito deputato delegato, che svolgeva la funzione di rappresentante governativo, stante la mancata restaurazione delle cariche di podestà e capitanio di epoca veneziana. Dal 1803 al 1805 esso venne presieduto, appunto, dal capitanio provinciale o dal suo vice, in quanto “prefetto” del governo austriaco nella città.
Con l’occupazione francese della città nel 1805 e la costituzione del Governo provvisorio presieduto di Antonio Nalin e, poi, da Girolamo Polcastro, il Consiglio generale della città di Padova venne definitivamente soppresso. Al suo posto, come organo di rappresentanza popolare, legata in questo caso al censo e non alla nobiltà, venne istituito nel 1806, ed attivato dal 1808, il Consiglio comunale di Padova, il quale mutatis mutandis, ha continuato la sua attività fino ai giorni nostri.
Relazioni con altri soggetti produttori:Contesti storico-istituzionali di appartenenza:Complessi archivistici prodotti:Bibliografia:- A. DESOLEI, Istituzioni e archivi a Padova nel periodo napoleonico (1797-1813), Cargeghe (SS), Editoriale Documenta, 2012, pp. 143-145, Scheda 72 CD-ROM
- A. DESOLEI, Le istituzioni comunali padovane durante l’ultimo periodo della dominazione veneziana (1789-1797), «Bollettino del Museo civico di Padova», XCVII (2008), pp. 129-159, pp. 134-135
- G. FERRARI, L’ordinamento giudiziario a Padova negli ultimi secoli della repubblica Veneta, Venezia, 1913, p. 16
Redazione e revisione:- Desolei Andrea, 2020-05-02, prima redazione
- Desolei Andrea, 2023-01-10, revisione