Introdotti nello Stato vecchio fiorentino negli anni immediatamente successivi alla istituzione dell'ufficio dei Nove conservatori, i cancellieri comunitativi o cancellieri "fermi", erano funzionari statali incaricati di esercitare il controllo sulla gestione amministrativa e finanziaria-contabile delle comunità comprese nello Stato fiorentino, nonché di sostituire i notai attuari di cui fino ad allora si erano servite le comunità stesse nella redazione delle scritture pubbliche e nella loro conservazione.
Le funzioni attribuite ai cancellieri, che operavano in circoscrizioni territoriali ampie, in molti casi comprensive di più comunità e podesterie, furono fissate in maniera organica, per la prima volta, nel 1575 in due circolari emanate sia per le comunità del contado che per quelle del distretto. Secondo quanto da esse previsto il cancelliere doveva assicurare la regolarità delle operazioni di nomina agli uffici locali, intervenire alle adunanze dei corpi deliberativi per prendere nota degli assenti e per redigere le deliberazioni, tenere nota dei contratti pubblici, provvedere alla ripartizione delle imposte tra i singoli contribuenti, curare la redazione dei registri fiscali (dazzaioli) e controllare le entrate e le uscite dei camarlinghi attraverso il riscontro del saldo contabile, provvedere a tenere aggiornati estimi e catasti. Di tutte le questioni, anche minute, che interessavano le comunità locali, il cancelliere doveva tenere informato l'Ufficio dei Nove: il riflesso documentario di questi fitti legami, fatti di informative e di relazioni, di suppliche e di richieste, è costituito dalle filze di carteggio dei cancellieri. Fatte salve le inevitabili differenze causate dall'applicazione di questo modulo a realtà storicamente ed istituzionalmente differenziate, la struttura delle cancellerie finì per costituire una delle fondamentali articolazioni amministrative del territorio toscano.
[espandi/riduci]La restaurazione di tali uffici, dopo la soppressione intervenuta durante il periodo francese, consentì l'ulteriore estendersi della rete delle cancellerie a quelle zone entrate a far parte del Granducato nel corso dell'Ottocento (il principato di Piombino e l'Isola d'Elba nel 1814 e il principato di Lucca nel 1848).Tuttavia è proprio con la restaurazione e con le modifiche apportate ai regolamenti locali delle comunità che i cancellieri divennero complementari alle figure dei gonfalonieri, nuovi rappresentanti legali delle comunità ed attori di rapporti autonomi con gli uffici centrali fiorentini. Nel 1848, infine, ai cancellieri venne definitivamente attribuita, fino a renderla prevalente, come attesta il nuovo titolo di "cancellieri ministri del censo", la funzione di gestore di tutta la documentazione prodotta a livello locale, in concomitanza dell'applicazione del nuovo catasto. Al cancelliere rimase inoltre attribuita la funzione di conservatore di tutte le carte antiche e moderne delle istituzioni che avevano operato nella circoscrizione della cancelleria stessa, compito fondamentale per il mantenimento e l'organizzazione degli archivi delle antiche istituzioni amministrative toscane che si interruppe solo nel 1865 con la soppressione delle cancellerie e la distribuzione delle carte conservate presso gli archivi di cancelleria, cui corrispose, nello Stato unitario, la creazione di una rete di archivi impiantati presso ciascun comune.
Contesti storico-istituzionali di appartenenza:Soggetti produttori collegati:Redazione e revisione:- Scheda duplicata dal SIUSA