Altre denominazioni:- Magistrato di sanità
- Ufficiali e Tribunale di sanità
Date di esistenza: 1527 giu. 28 - 1778 feb. 22
Sedi: Firenze
Intestazioni di autorità:- Ufficiali di sanità, Firenze (1527 - 1778), Regole SIASFi; SIUSA/NIERA
Tipologia:Note storiche:Il Magistrato degli Ufficiali di Sanità fu istituito dalla Repubblica fiorentina il 28 giugno 1527 con il compito principale di salvaguardare la salute pubblica nei momenti di emergenza epidemica.
L'ufficio, che aveva in materia di sanità facoltà di emanare norme, di applicarle ed esercitare piena giurisdizione in materia civile e criminale, era costituito da un organo direttivo composto dagli Ufficiali, dal Tribunale e dalla Cancelleria.
Le facoltà di questa magistratura si estendevano su tutto il territorio dello Stato di Firenze. Nei territori di Livorno, Pisa, Siena, Pontremoli, Pistoia e Portoferraio erano presenti deputazioni secondarie che dipendevano dal Magistrato di Firenze. In particolare a Livorno operò un apposito Magistrato e Tribunale di Sanità che, sebbene esistente fino dal XV secolo, fu istituzionalizzato con i bandi del 30 aprile 1547 e 2 marzo 1549 e riformato nel 1606 e 1613. Era composto dal governatore, dal provveditore di dogana, dall'auditore, dal gonfaloniere pro tempore, dal medico "fisico", da medici della sanità e da due mercanti. Anch'esso era di fatto alle dipendenze degli Ufficiali della Sanità di Firenze, ai quali partecipava, "per mezzo di cavalcate" (Andreucci, p. 174), ogni arrivo di bastimento e le sue condizioni sanitarie. Con rescritto del 10 aprile 1681 fu concessa all'ufficio di Livorno una maggiore indipendenza dal Magistrato fiorentino.
[espandi/riduci]Le competenze dell'ufficio di Sanità di Firenze andarono aumentando nel corso del tempo, comprendendo il controllo sanitario dei cibi e delle bevande vendute al pubblico (con particolare attenzione alle macellerie e alle pescherie) e la sorveglianza dei cimiteri e delle sepolture. Esso emanò norme sullo smaltimento dei residui della lavorazione dei bozzoli dei bachi da seta e sulla vuotatura dei pozzi neri e, soprattutto nei periodi di pestilenza, il Magistrato assumeva il controllo dei movimenti delle persone e merci, rilasciava permessi sanitari, apriva o chiudeva le porte della città, ingerendosi in ogni aspetto della vita quotidiana. Durante le epidemie veniva attivato un cordone sanitario per tutto il dominio, pattugliando le coste e il territorio con particolare attenzione per i passi e le strade di collegamento verso gli stati contagiati. Nelle città venivano formate delle deputazioni con il compito di controllare strada per strada che non vi fossero i malati nelle case e che questi fossero trasportati nei lazzaretti separandoli dai congiunti sani, di provvedere al sostentamento dei sospetti rinchiusi nelle loro abitazioni, di permettere l'accesso alle porte della città solo a chi era munito di bullette di sanità, di reclutare e controllare vivandieri, becchini, cerusici e medici. Veniva inoltre eletto un custode di Sanità che aveva il compito di vigilare sui monasteri e sulle carceri.
Al momento dell'istituzione la magistratura era composta da cinque membri che restavano in carica quattro mesi, ma il loro numero variò nel corso del tempo fino a quando, nel 1656, in occasione della peste di Genova, fu fissato a 6 ufficiali. Facevano parte del Magistrato, senza però diritto di voto, anche il provveditore di grascia e il provveditore di dogana.
Dal 1549 l'elezione dei cinque ufficiali era a beneplacito del granduca che li sceglieva tra quei membri del Consiglio dei dugento che, per quanto possibile, non avessero grossi interessi nei traffici di mercanzia. Tra i requisiti richiesti per concorrere alla carica, gli ufficiali dovevano avere un luogo di lavoro e una residenza facilmente raggiungibili per poter essere convocati in qualsiasi momento.
Gli ufficiali prestavano la loro opera gratuitamente e ricevevano un rimborso per i mancati guadagni durante il periodo in cui prestavano la loro opera. Erano coadiuvati da un provveditore, da un cancelliere e da un notaio che invece erano stipendiati. Al provveditore spettava il compito di "scrivere le lettere fuori di stato, formare i pareri" (Dei, p. 67), e controllare l'esecuzione dei provvedimenti presi dal Magistrato avendo particolare attenzione per i lazzaretti e per i luoghi dove si fossero formati focolai epidemici. Il cancelliere, oltre ad autenticare gli atti del Magistrato, doveva "saper fabbricare e formare processi contro quelli che in materia di sanità commettono fraude e disobbedienza" (Giubetti, p. 2); inoltre, aveva il compito di tenere in ordine l'archivio e poteva disporre di un aiuto per mansioni secondarie, come ad esempio la notifica di convocazioni. Nei periodi di sospetta epidemia doveva "attendere al carteggio di tutto lo stato, distendere i bandi, preparare le memorie per formare li pareri ed aiutare nelle sue incombenze al signor provveditore" (Dei, p. 68).
L'amministrazione contabile dell'ufficio di Sanità era controllata dal cancelliere del Magistrato dei Nove; non possedendo la prima una cassa propria, quando era necessario fare spese, la magistratura attingeva ai fondi dei Nove che, a loro volta, provvedevano a recuperarli imponendo collette e tasse.
La residenza del Magistrato variò nel corso del tempo fino a quando, nel 1730, fu fissata presso gli Uffizi nella sede occupata precedentemente dall'Arte dei fabbricanti e linaioli. In questa sede restò fino al momento della sua soppressione avvenuta nel 1778. Il 22 febbraio, nell'ambito delle riforme leopoldine per la riorganizzazione dello Stato toscano, furono aboliti il Magistrato, il Tribunale e la Cancelleria di Firenze, nonché le Deputazioni e Magistrati di Sanità di Pisa, Siena e di tutte le altre città, ad eccezione della Deputazione di Livorno e di Portoferraio. Le loro attribuzioni andarono, per quanto riguardava la corrispondenza con i paesi esteri, alla Segreteria di Stato, la quale a sua volta passava direttamente gli ordini alla Deputazione di Sanità di Livorno; le facoltà di polizia, come ad esempio quelle in materia di stanze mortuarie, cimiteri, cani, licenze per pozzi neri, vennero assorbite a Firenze dai Quattro commissari dei quartieri, a Siena dal Vicario dell'Auditore fiscale e nelle altre città dai rispettivi giusdicenti. Per quanto riguardava poi tutte le competenze attivate nei periodi di epidemia, queste venivano direttamente surrogate dal Granduca che si riservava la facoltà di prendere tutti i provvedimenti considerati necessari.
Relazioni con altri soggetti produttori:Contesti storico-istituzionali di appartenenza:Complessi archivistici prodotti:Bibliografia:- Alessandra Contini, Le Deputazioni sopra gli Ospedali e Luoghi pii del XVIII secolo in Toscana: fonti e contesti in Popolazione e storia, numero unico, 2000, pp. 13-14
- Luigi Zangheri, Giovanni Cascio Pratilli (a cura di) La legislazione medicea sull'ambiente, Firenze, Leo S. Olschki, 1994-1998
- Carlo Maria Cipolla, Contro un nemico invisibile. Epidemie e strutture sanitarie nell'Italia del Rinascimento, Bologna, Il Mulino, 1995
- Luigi Zangheri, Gli ufficiali di sanità e l'igene pubblica in La legislazione medicea sull'ambiente, a cura di Luigi Zangheri, Giovanni Cascio Pratilli, Firenze, Leo S. Olschki, 1994, pp. 199-208
- Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, Guida generale degli Archivi di Stato, a cura di Piero D'Angiolini, Claudio Pavone, Paola Carucci, Antonio Dentoni-Litta, Firenze, Le Monnier, 1981-1994, p. 80
- Carlo Maria Cipolla, Il burocrate e il marinaio. La "sanità" toscana e le tribolazioni degli inglesi a Livorno nel XVII secolo, Bologna, Mulino, 1992, pp. 35-39
- Carlo Maria Cipolla, I pidocchi e il Granduca. Crisi economica e problemi sanitari nella Firenze del '600, Bologna, Il Mulino, 1979
- Ottavio Andreucci, Delle Quarantene considerate nei loro rapporti politici, sociali ed igienico-sanitari. Prolegomeni storici documentati al dizionario d'igiene quarantenaria e navale, Firenze, Tipografia F. Bencini, 1866, pp. 172-175
- Giovan Battista Coletti, Bibliografia cronologica di leggi toscane concernenti Polizia medica interna, Sanità marittima, Lazzeretti, Porti, Littorale, Marina mercantile ecc. dall'anno 1161 all'anno 1841,opera postuma del Dott. Gio. Battista Coletti, già Sotto Segretario del Dipartimento di Sanità di Livorno, edita per cura del di lui figlio Francesco Coletti, sotto la direzione del Dott. Carlo Morelli, Firenze, Tipografia G. Riva e comp., 1856
- Bandi e ordini da osservarsi nel Granducato di Toscana [...] raccolti in un codice coll'ordine successivo de' tempi e sommario de' medesimi disposto con ordine alfabetico di materie e di tribunali, Firenze, 1747-1800, voll. 17, vol. IX, n. XVII
- Fulvio Giubetti, Il cancelliero di sanità, cioe, Notizie di provisioni e cose spettanti alla conservazione della sanità contro il contagio della peste cavate da suoi autori, Firenze, Zanobi Pignoni, 1630
Redazione e revisione:- D'Angelo Fabio, 2020/05/06, revisione
- Floria Silvia, revisione
- Puccetti Sonia, 2006/02/03, prima redazione