Inizialmente la magistratura era eletta direttamente dalla Signoria, ma dal 1446 si prese a sceglierrne i componenti con il sistema delle tratte; i sei ufficiali erano nominati con incarico annuale a rotazione di quartiere e disponevano di un proprio notaio e di personale esecutivo. Tra i compiti loro assegnati era quello di proteggere le monache nei monasteri, impedendo che venissero molestate, e di vigilare sulla moralità pubblica, intervenendo soprattutto contro la diffusa pratica della sodomia, reato per il quale stabilivano l'entità della pena, corporale o pecuniaria; l'occasione per avviare un'inchiesta scaturiva dalle denunce anonime - le cosiddette "tamburazioni" - che venivano depositate in segreto, alla loro attenzione, negli appositi contenitori posti nelle chiese di San Piero Scheraggio e Orsanmichele, in Duomo e nella Badia: i "tamburi" venivano aperti e svuotati del loro contenuto delatorio ogni 15-20 giorni. La magistratura fu soppressa con provvisione del 29 dicembre 1502 e le sue competenze furono ripartite tra gli uffici degli Otto di guardia e balìa e dei Conservatori di legge.