Date di esistenza: 1458 nov. 29 - 1532 apr. 27
Sedi: Firenze
Intestazioni di autorità:- Consiglio del Cento, Firenze (1458 - 1532), Regole SIASFi; SIUSA/NIERA
Note storiche:Prima del 1280 esisteva a Firenze un Consiglio di cento membri chiamato anche, dal nome dell'ufficiale forestiero che lo presiedeva, "Consiglio del giudice sindaco e conservatore dell'avere del Comune": in esso venivano discusse in prima istanza le proposte di spese che sarebbero state poi sottoposte agli altri Consigli opportuni. Tale collegio, abolito con la riforma del 1282 e nuovamente istituito nel 1289, rimase in vigore fino al 1329, controllando la spesa pubblica e vagliando le uscite straordinarie da sottoporre all'esame dei Consigli del Capitano e del Podestà. Nell'ambito della riforma del 1458 (provvisione del 29 novembre) il Consiglio del Cento venne ripristinato, allo scopo di sostituire i soppressi Consigli dei Duecento, dei Centotrentuno e dei Centoquarantacinque, ma le sue competenze erano in realtà più vaste: votava in prima istanza le proposte di legge relative al reggimento, alle elezioni, alle imposte e alle truppe mercenarie, e ratificava in ultima istanza ogni altra proposta che fosse stata discussa in precedenza negli altri Consigli opportuni, avendo inoltre il potere di eseguire, previa apposita delega, elezioni e cariche normalmente assegnate per sorteggio; in un secondo momento gli venne poi affidata l'elezione degli Ufficiali del Monte, degli Ufficiali del catasto, degli Otto di Guardia e balìa e dei Nove conservatori delle leggi (1459), nonché quella dei Consoli del mare (1460). Dal novembre 1466 fino alla fine del 1468 ebbe inoltre pieni poteri in materia di imposte.
[espandi/riduci]Inizialmente formato da cento membri nominati per sei mesi, oltre che dalla Signoria e dai Collegi in carica, con la riforma del luglio 1471 diventarono membri permanenti del Consiglio i quaranta che in una precedente balìa erano stati scelti dagli Accoppiatori nominati per il 1471-1472 e dalla Signoria per rinnovare il Consiglio stesso. Ai quaranta si aggiunsero poi due membri cooptati e gli Accoppiatori che andarono a costituire, tutti insieme, non solo i membri permanenti del Cento, ma anche il suo collegio elettorale; ulteriori ottanta membri erano scelti tra i Gonfalonieri di giustizia "veduti". La riforma attribuì al Consiglio del Cento la piena competenza in ambito fiscale.
Dal 1° agosto 1476, il collegio ebbe una balìa annuale per la riorganizzazione del Monte comune; con deliberazione del 4 agosto 1481 il Consiglio delegò fino al luglio 1482 tali poteri straordinari a una commissione formata da cinque ufficiali del Monte più dodici membri eletti dal Consiglio stesso, denominata Commissione dei diciassette riformatori; la delega venne poi regolarmente rinnovata fino al 1495. Il Consiglio del Cento fu abolito l'11 novembre 1495 dopo la fuga di Piero de' Medici; nel novembre del 1513, al rientro dei Medici in Firenze, fu ripristinato con gli stessi poteri e incarichi precedenti. Con la Costituzione del 1532 fu definitivamente soppresso, e parte delle sue competenze (la registrazione delle emancipazioni e delle rinunce ad eredità) venne ereditata dal Consiglio dei Duecento.
Il Consiglio del Cento svolgeva anche in parallelo un'altra attività, ossia la registrazione degli atti di emancipazioni e delle ripudie di eredità che inizialmente rientravano nelle competenze del Tribunale della Mercanzia. Infatti, dal 1421, per risultare valide sia le emancipazioni sia le ripudie di eredità, dovevano essere registrate anche dal Consiglio del popolo, finché nel 1463 il compito passò al Consiglio del Cento. Infine, in epoca granducale la procedura fu nuovamente semplificata limitando la registrazione presso il solo Tribunale della Mercanzia. Più precisamente, la registrazione delle ripudie di eredità venne curata prima dal Consiglio del popolo, poi, dal 1479 fino al 1534, dal Consiglio del Cento; una registrazione parallela avveniva anche presso il Tribunale della Mercanzia: in entrambi i casi i registri erano tenuti dallo stesso notaio che curava la registrazione delle emancipazioni, ragione per cui talvolta risultano scambiati.
Contesti storico-istituzionali di appartenenza:Complessi archivistici prodotti:Bibliografia:- Piero Gualtieri, Il Comune di Firenze tra Duecento e Trecento, Firenze, Olschki, 2009, pp. 79-172
- Nicolai Rubinstein, Il governo di Firenze sotto i Medici (1434-1494), a cura di G. Ciappelli, Scandicci, La Nuova Italia, 1999, pp. 149-312 e passim
- Paolo Viti, Maria Augusta Morelli Timpanaro, Rosalia Manno Tolu (a cura di), Consorterie politiche e mutamenti istituzionali in età laurenziana. Firenze, Archivio di Stato, 4 maggio-30 luglio 1992, Firenze, Silvana Editoriale, 1992
- Humfrey C. Butters, Governors and Government in Early Sixteenth Century Florence (1502-1519), Oxford, Clarendon Press, 1985, pp. 226-230
- Thomas Kuehn, Emancipation in Late Medieval Florence, New Brunswick, Rutgers University Press, 1982, pp. 36-38; 76-78
- Guidubaldo Guidi, Il governo della città-repubblica di Firenze del primo Quattrocento, Firenze, Olschki, 1981, II, pp. 143-144
Redazione e revisione:- Bettio Elisabetta, 2020/05/11, revisione
- Valgimogli Lorenzo, 31-GEN-01; 31-OTT-02, rielaborazione