Denominazioni:
- Commissione provinciale per la vendita e affrancazione dei beni del demanio, dei pubblici stabilimenti e dei luoghi pii laicali, 1852 - 1860
- Commissione provinciale per la vendita dei beni delle opere pie, dei pubblici stabilimenti, dei comuni e del demanio, 1860 - 1868
[espandi/riduci]Dal momento che anche in Sicilia era stato istituito il Gran libro del debito pubblico, il decreto 16 feb. 1852, n. 2847, dichiarò alienabili i beni del demanio pubblico, dei luoghi pii laicali, degli stabilimenti e delle corporazioni esistenti nei domini al di là del Faro, con esclusione di quelli fra di essi che fossero di natura ecclesiastica, che appartenessero al "patrimonio regolare" o che fossero dei comuni. Il medesimo decreto dichiarava esser competente a concedere le affrancazioni, o a consentire le vendite, una Commissione, che venne istituita contestualmente in ciascuna provincia della Sicilia, e che doveva essere composta dall'intendente, quale presidente, dal direttore provinciale dei rami e diritti diversi, dal regio procuratore presso il Tribunale civile, dal vicario diocesano o, in mancanza, da un consigliere del Consiglio degli ospizi, dal consigliere d'intendenza più anziano. Con decreto 29 mar. 1852, n. 2934, fu approvato il regolamento per la permutazione e l'affrancamento dei beni del demanio. Infine, il decreto 15 feb. 1860, n. 666, estese l'applicazione dei due decreti del 1852 anche ai beni patrimoniali dei comuni - prima esclusi -, purché non si trattasse di boschi. Tali disposizioni vennero confermate con decreto 20 ago. 1861 e per le province siciliane continuarono a funzionare come stralcio fino al 1868.
Contesti storico-istituzionali di appartenenza:Soggetti produttori collegati:Redazione e revisione:- Altieri Magliozzi Ezelinda, revisione
- Nigro Gino, prima redazione
- Santolamazza Rossella, redazione centrale SIAS, 2022/04/02, supervisione della scheda