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Sistema informativo degli Archivi di Stato

Ingegnere provinciale di acque e strade (Stato della Chiesa), 1817 - 1870

Nello Stato della Chiesa, con il motuproprio 23 ott. 1817, Pio VII istituì il corpo degli ingegneri provinciali di acque e strade, affidando, contestualmente, la tutela delle strade nazionali alla Presidenza delle strade, delle strade provinciali nelle delegazioni e nella Comarca alla Congregazione del buon governo, nelle legazioni ai cardinali legati e, per l'agro romano, ancora al presidente delle strade. Era ugualmente ripartita la superiore direzione delle strade comunali, la cui sorveglianza era appannaggio delle magistrature comunali; inoltre, norme particolari riguardavano la competenza sui lavori idraulici provinciali nelle legazioni e sui lavori consorziali.
Gli ingegneri erano incaricati di tutte le operazioni riguardanti i lavori nazionali e provinciali di acque e strade ed erano distinti in tre gradi: a) ingegneri di primo grado o ispettori, dei quali tre costituivano in Roma il consiglio dei lavori di strade, altri tre il consiglio dei lavori idraulici, sempre con sede a Roma, altri tre formavano il consiglio della commissione del Reno in Bologna mentre due risiedevano, quali consultori, nelle legazioni di Ferrara e di Ravenna (artt. 383 - 393); b) ingegneri di secondo grado (artt. 394 e sgg) distinti in sottoispettori, quattro dei quali addetti alla Direzione centrale dei lavori delle strade nazionali (composta, per l'art. 8 del citato motuproprio, dal presidente delle strade e dai due consigli, amministrativo e d'arte) e due ai lavori idraulici fuori delle legazioni, e ingegneri in capo, residenti nei capoluoghi di provincia, con competenza sulle strade e sulle acque. Un ingegnere in capo poteva avere attribuzioni su più province (art. 23); nel 1817 erano distribuiti nei seguenti capoluoghi: Ferrara, Bologna, Ravenna, Forlì, Pesaro (per la delegazione di Urbino e Pesaro), Macerata (per le delegazioni di Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli, Camerino), Spoleto (per le delegazioni di Spoleto, Perugia, Rieti), (artt. 398-404); c) ingegneri di terzo grado, o ingegneri ordinari, così distribuiti: a Roma e a Viterbo avevano sede due ingegneri ordinari subordinati al membro del consiglio delle strade che dirigeva i lavori nelle province del Patrimonio (a Roma da un regolamento particolare erano stabiliti altri ingegneri per le strade interne); a Tivoli, Frosinone e Benevento erano tre ingegneri subordinati al membro del consiglio di strade che dirigeva i lavori nella Marittima e Campagna; a Ferrara per il porto di Goro, ad Ancona per quel porto, a Civitavecchia per i porti di Civitavecchia e di Anzio, a Terracina per la bonifica pontina, ed infine a Roma, per la navigazione del Tevere e Fiumicino, avevano sede i sette subordinati all'ingegnere direttore dei lavori idraulici nazionali, membro del consiglio dei lavori idraulici (a Terracina e a Roma ve ne erano due); a Ferrara risiedevano altri cinque ingegneri di terzo grado, tre a Bologna, due a Ravenna, uno a Forlì, subordinati tutti ai singoli ingegneri in capo di ogni legazione; altri nove erano a Bologna per la commissione del Reno; dall'ingegnere in capo di Pesaro ne dipendevano due, con sede a Urbino ed a Pesaro; da quello di Macerata ne dipendevano tre, con sede ad Ancona, a Fermo e ad Ascoli; da quello di Spoleto ne dipendevano due, con sede a Perugia e a Rieti (artt. 405-417). In totale, dunque, erano previsti nel 1817 undici ingegneri di primo grado, tredici ingegneri di secondo e trentanove ordinari, ai quali si aggiungevano, variamente dislocati secondo le necessità, venti ingegneri aspiranti, o soprannumerari (artt. 418-428).
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Redazione e revisione:
  • Altieri Magliozzi Ezelinda, revisione
  • Lodolini Tupputi Carla, prima redazione