fondo
Estremi cronologici: sec. XIV - 1806
Consistenza: voll., bb., fascc. 472
Descrizione: Il fondo conserva la documentazione relativa ai dazi, ossia, in termini moderni, alle imposte indirette, ai quali si contrapponevano le gravezze, vale a dire le imposte dirette. Le due categorie più importanti, ossia i dazi di consumo e i dazi di commercio, ricadevano rispettivamente i primi sulla produzione, circolazione, vendita e consumo dei generi alimentari, mentre i secondi erano applicati sull'ingresso, transito ed uscita delle merci.
I dazi si distinguevano inoltre tra "nuovi", istituiti durante la dominazione veneziana, e "vecchi", relativi al periodo precedente e poi successivamente modificati ed adattati dalla Dominante.
Il Moschetti (1938) identifica, in ordine alfabetico e senza distinguerli, i seguenti dazi: alloggi militari, beccarie, boccatico, botti, caffè, carboni, carri, curami, eredità, fieno e paglia, fornari e fontegari, istrumenti e testamenti, marina, mercanzia, messeleria, olio, pesce, pestrino, pietre cotte, porte, sali, scaiola o scaglia, seta, stride civili, vestiti dei soldati, vini e uve.
[espandi/riduci]La loro esazione poteva essere effettuata con tre modalità: l’appalto, il conto pubblico e la limitazione. L’appalto era la forma più usata e soprattutto preferita per la garanzia di avere un ricavo netto sicuro. Tale pratica, diffusa del resto in altri stati del tempo, consisteva nell’affidare l’esazione dei dazi mediante un’asta pubblica (incanto) che si teneva sotto il palazzo dei rettori. Coloro che riuscivano ad aggiudicarsela (conduttori o appaltatori) s’impegnavano a versare ratealmente in camera fiscale la somma concordata, facendosi poi carico delle riscossioni. L’esazione per conto pubblico avveniva invece tramite i ministri salariati dalla Repubblica (la forma più dispendiosa e meno efficace), mentre la limitazione era un sistema miste con il quale si concedevano due terzi dell'esazione in appalto e un terzo lo si effettuava per conto pubblico.
L’organo che in Venezia regolava l’amministrazione dei dazi di terraferma era costituito dai revisori e regolatori dei dazi (e, dal 1632, dai revisori e regolatori delle entrate pubbliche in zecca).
L'attuale conformazione del fondo si è attestata, con tutta probabilità, durante i riordinamenti di fine Ottocento e, a livello strutturale, pur non esistendo strumenti analitici di descrizione, il Moschetti (1903 e 1938) identificava 6 gruppi di documentazione:
1) Atti generali (sec. XIV - sec. XIX, bb. 53);
2) Contrabbandi (1681 - fine sec. XVIII, bb. 43);
4) Processi (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 5);
5) Miscellanea (s.d., bb. 48);
6) Atti riguardanti i diversi dazi (sec. XV - 1806, bb. 268).
Caracausi (2019), dopo aver redatto uno strumento di descrizione analitico anche se sostanzialmente tematico, riconosce invece 16 raggruppamenti, con particolare riferimento ai singoli dazi:
1) 1 - 12, Stampe di decreti, ordini, terminazioni e capitolari riferiti ai diversi dazi (1650 - fine XVIII sec., bb. 12);
2) 13 - 57, Processi, processetti e comparse in giudizio (contrabbandi, frodi, etc.) (sec. XVIII, bb. 45);
3) 58 - 64, Decreti e disposizioni in merito agli alloggi delle genti d’arme nella città (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 7);
4) 65 - 77, Dazio boccatico e carri (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 13);
5) 78 - 82, Dazio carbone (1505 - 1790, bb. 5);
6) 83 - 90, Dazio carri (sec. XVII - sec. XVIII sec., bb. 8);
7) 91 - 103, Dazio carri ed altri dazi (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 13);
8) 104 - 105, Dazio acconcia delle pelli (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 2);
9) 106 - 108, Dazi vari (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 3);
10) 109 - 110, Dazio pestrino (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 2);
11) 112 - 136, Dazio istrumenti e testamenti (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 25);
12) 137 - 194, Dazio macina (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 58);
13) 195 - 236, Dazio mercanzia, pelli, olio, lino, seta e vino a spina, pesce ed altri dazi (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 842);
14) 237 - 306, Dazio stride (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 70);
15) 311 - 325, Dazio botte e vino a spina (sec. XVII - sec. XVIII, bb. 25);
16) 326 - 472, Dazi vari (soprattutto appalti e processi) (sec. XVII - sec. 1807, bb. 147).
Le fonti bibliografiche, inoltre, riportano una consistenza dapprima di 417 bb. (Moschetti 1903 e 1938) e poi di 472 volumi, buste e fascicoli (Guida generale 1986)
Numerazione: Il fondo è numerato con un unico numero di corda sequenziale da 1 a 472.
Strumenti di ricerca:La documentazione è stata prodotta da:La documentazione è conservata da:Bibliografia:- A. MOSCHETTI, Il Museo civico di Padova. Cenni storici e illustrativi. Nuova edizione intieramente rifatta, Padova, Nuova cooperativa tipografica, 1938, pp. 90-140, p. 102
- A. MOSCHETTI, Il Museo civico di Padova. Cenni storici e illustrativi presentati al Congresso storico internazionale di Roma: aprile 1903, Padova, Prosperini, 1903, pp. 43-90, p. 55
Redazione e revisione:- Desolei Andrea, 2020-05-02, rielaborazione
- Desolei Andrea, 2023-02-10, revisione
- SIAS, 2005-04-20, prima redazione in SIAS