fondo
Estremi cronologici: 1532 - 1777, con documentazione a partire dal 1404
Consistenza: 2718 tra filze e registri
Storia archivistica: Le carte degli Otto di guardia e balìa, le cui competenze in ambito giudiziario erano di natura penale, furono conservate presso l'ufficio medesimo finché esso ebbe vita, cioè fino al 1777. Da un appunto di Giuseppe Buonaventura del Teglia (ASFi, Bardi, serie III, 149, cc. 311v-312r), membro della Deputazione per la riforma dei magistrati istituita da Cosimo III nel 1675, si ricava un'indicazione circa lo stato di conservazione dell'archivio, che, nella seconda metà del XVII secolo, si presentava ampio e articolato, strutturato in modo da riflettere compiutamente l'attività della magistratura.
A seguito della sua soppressione nel 1777, le competenze e l'archivio degli Otto passarono al Supremo tribunale di giustizia, che acquisì anche funzioni di deposito per gli atti di natura penale prodotti da altri uffici giudiziari sin dall'epoca repubblicana.
Nel 1802, invece, secondo una nota di Cantini, tutti gli atti giudiziari sia civili sia penali, a prescindere dal luogo in cui erano materialmente custoditi, risultavano di competenza del Magistrato Supremo, che fino ad allora - a seguito delle riforme giudiziarie leopoldine del 1777 - aveva avuto in custodia solo la documentazione di tipo civile.
[espandi/riduci]In questi anni, sul nucleo centrale delle carte incisero significativamente due scarti, effettuati, rispettivamente, sotto Pietro Leopoldo nel 1785 (ASFi, Segreteria di stato 1814-1849, 135, fasc. 3) e sotto Ferdinando III nel 1820-1821 (ASFi, Ruota criminale 1814-1838, Presidenza, 116 e Ibid., Processi, 746; Segreteria di stato 1814-1849, 135, fasc. 3; 146, fasc. 95), con la conseguente eliminazione delle "filze di processi" e delle "filze di querele", che, in pratica, comprendevano tutte le carte processuali prodotte dal magistrato o a esso pervenute dalle corti periferiche.
Negli anni '50 dell'800, la documentazione degli archivi giudiziari prodotti a partire dall'età repubblicana era di competenza della Presidenza della Corte regia d'appello di Firenze (organo istituito con motuproprio del 2 agosto 1838); quelli criminali, in particolare, erano custoditi nel palazzo del Bargello, da dove furono trasferiti nel 1855 nel nuovo Archivio Centrale di Stato. In applicazione dell'ordinamento bonainiano, tutti gli archivi delle magistrature istituite in periodo repubblicano e attive sotto il principato furono "spezzati" materialmente alla data del 1532 e collocati in zone diverse dell'Archivio: tale sorte riguardò anche l'archivio degli Otto, che tuttora consta di due fondi autonomi, distinti tra periodo repubblicano ed epoca del principato.
Intorno alla metà degli anni '70 dell'800, all'epoca in cui fu direttore Cesare Guasti, i fondi dell'Archivio furono riorganizzati e ricollocati secondo una logica di tipo funzionale. In tal modo tutte le carte prodotte dalle magistrature giudiziarie fiorentine furono riaggregate in successione cronologica dal periodo repubblicano fino alla produzione più recente. Così, a partire dal 1876 tali fondi andarono a far parte della Divisione VIII dell'Archivio di Stato fiorentino relativa all'amministrazione della giustizia. L'ultima riorganizzazione si ebbe infine agli inizi del Novecento, quando i giudiziari preunitari furono di nuovo isolati e collocati nella sezione IV (archivi finanziari e giudiziari della Repubblica e del Principato), salvo l'eccezione dell'archivio del Magistrato dei pupilli.
Tutti questi complessi archivistici, compreso quello degli Otto di guardia e balia, rimasero gravemente danneggiati nell'alluvione del 1966. In seguito agli interventi di recupero, riconoscimento e restauro, in cui ebbe un ruolo fondamentale il Committee for the Rescue of Italian Art (CRIA), la documentazione fu in parte reintegrata. Il lavoro di restauro dei materiali ancora inaccessibili è tuttora in fase di completamento.
Descrizione: Il materiale superstite di maggior rilievo (al netto di spurghi e danni alluvionali) è rappresentato dalle "filze di negozi", costituite da fascicoli all'interno dei quali si conserva la documentazione relativa ad uno o più processi. Tale documentazione risulta articolata in una serie "generale" che principia dal 1660 ("Giornali di negozi"), comprendente solo i negozi del magistrato, e un'altra di "Negozi de' rettori", in cui sono conservati tutti quelli provenienti dai rettori dello Stato. Quest'ultima serie ha inizio nel 1586; tuttavia, una maggiore cura nella stesura dei negozi, tale da comprendere in maniera esauriente la descrizione del fatto criminoso, il disegno, i pareri e i voti degli organi giudicanti coinvolti, è attestata a partire dal primo ventennio del Seicento, con il segretariato di Giovan Battista Marsili (1614-1616) e ancor più con quello di Anton Maria Cospi (1616-1629).
Altre serie che meglio consentono di documentare l'attività del magistrato nel lungo periodo, nonostante le numerose lacune dovute all'alluvione, sono quelle comprendenti i protocolli e i giornali di partiti, le querele dei giornali dei negozi, le suppliche, le filze straordinarie.
Numerazione: Numerazione di corda unica per tutto il fondo: 1-2856
Limiti di accessibilità:- Mancanti i nn. 17, 54, 113, 116-117, 120-122, 137, 151-153, 264, 320, 327, 329, 398-399, 402, 405, 431-432, 434-437, 439-441, 443-445, 447-448, 450, 508, 526-528, 530-531, 533, 536-537, 539, 541-542, 544, 546-547, 554, 561, 564, 577, 580, 588, 591-592, 602, 607, 623-624, 626, 629, 644, 670, 674, 676, 682, 686-688, 690-691, 717, 788-789, 793, 797, 799, 807, 829, 975, 982, 1044, 1050, 1083, 1123, 1130, 1132, 1136, 1143-1144, 1785, 1877, 1904, 2014-2015, 2181, 2216, 2219, 2242-2243, 2246, 2277-2279, 2281-2282, 2285, 2287, 2294-2295, 2333, 2355-2356, 2428, 2549, 2552, 2572, 2583-2584, 2595, 2597, 2695, 2697, 2701, 2703, 2710-2711, 2713-2717, 2719, 2721, 2724-2725, 2727, 2742-2743, 2769.
Non consultabili i nn. 545, 590, 614-615, 617, 644-645, 671, 1152-1155, 1157-1169, 1281-1282, 1286-1294, 1423-1425, 1427-1431, 1433-1441, 1443, 1446, 1448-1459, 1608-1611, 1613-1616, 1618-1620, 1622-1628, 1630-1632, 1634, 1635-1644, 1646, 1648-1650, 1652-1653, 1762-1768, 1771-1776, 1778-1783, 1786-1789, 1993, 1995, 1997-1998, 2001-2002, 2004, 2006-2013, 2016-2017, 2087-2092, 2094, 2099-2107, 2155, 2158-2159, 2161-2162, 2164, 2166, 2169-2175, 2178-2179, 2183, 2188, 2236, 2248, 2313-2315, 2317-2318, 2320-2325, 2328-2331, 2334-2336, 2436, 2440, 2443, 2449, 2453, 2455-2460, 2685-2688, 2690-2692, 2694, 2696, 2698-2700, 2702, 2704-2707.
Strumenti di ricerca:La documentazione è stata prodotta da:La documentazione è conservata da:Fonti:- Decreto sopra il doversi informar le Suppliche..., 15 maggio 1579 (L. Cantini, Legislazione toscana, IX, pp. 158-162)
- Legge sopra le cause criminali del dì 13 settembre 1774 (L. Cantini, Legislazione toscana, XXXII, pp. 103-109)
Bibliografia:- Carlo Vivoli, Produzione e conservazione degli atti giudiziari nello Stato «vecchio» fiorentino da Cosimo I a Pietro Leopoldo, in La documentazione degli organi giudiziari nell'Italia tardo-medievale e moderna, a cura di A. Giorgi, S. Moscadelli, C. Zarrilli, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali - Direzione Generale Archivi, 2012 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Saggi, 109)
- Daniele Edigati, Gli occhi del granduca. Tecniche inquisitorie e arbitrio giudiziale tra stylus curiae e ius commune nella Toscana secentesca, Pisa, ETS, 2009.
- Daniele Edigati, La 'tecnicizzazione' della giustizia penale: il magistrato degli Otto di guardia e balia nella Toscana medicea del primo Seicento, in Archivio Storico Italiano, vol. 163, no. 3 (605), 2005, pp. 485-530.
- Francesca Klein, Tribunali civili e criminali in L'Archivio di Stato di Firenze, a cura di Anna Bellinazzi, Rosalia Manno Tolu, Fiesole, Nardini, 1995
- Giovanni Antonelli, La magistratura degli Otto di Guardia a Firenze in Archivio storico italiano, CXII (1954)
Redazione e revisione:- D'Angelo Fabio, 28-FEB-2024, prima redazione in SIAS