fondo
Altre denominazioni:Estremi cronologici: 1482 - 1765, il fondo comprende anche carte dell'epoca della Reggenza lorenese (1737-1765)
Consistenza: 1721 unità, tra filze e registri
Storia archivistica: L'archivio della Guardaroba medicea fu conservato, fin dalla sua origine, nei locali annessi all'ufficio della Guardaroba che aveva sede in Palazzo Vecchio. Qui rimase fino al 1833 quando, in seguito alla soppressione della Guardaroba generale, fu trasferito in Palazzo Pitti e riunito a quello della Segreteria di Corte. Le operazioni di trasloco delle carte avvennero tra il 1834 ed il 1835, dopo una ristrutturazione dei locali adibiti ad archivio.
Dato il crescente interesse storico ed artistico che tale documentazione andava suscitando anche in studiosi internazionali, fu dato incarico al commesso della computisteria Giovanni Soldi di provvedere alla sistemazione della parte relativa alla Guardaroba medicea e di redigere degli strumenti per facilitarne la consultazione e la ricerca. La documentazione del periodo mediceo fu quindi riordinata secondo un criterio strettamente cronologico. Da una successiva relazione del soprintendente all'Imperiale e Real Corte, si apprende che il Soldi aveva provveduto a compilare il primo tomo del "catalogo o regesto" ma che, alla sua morte, avvenuta nel 1850, tale strumento non era stato ritrovato. I commessi della Segreteria di Corte, Giuseppe Lenzi e Ferdinando Soldi, nel frattempo incaricati di rimetter mano all'opera di catalogazione, dopo aver rifatto la prima parte con "fatica e tempo assai lungo pel disordine nel quale trovavansi le filze" (ASFi, Imperiale e Reale Corte, 1314, ins. n. 68), completarono intorno al 1855 anche il secondo tomo, comprendente i documenti fino al 1699.
[espandi/riduci]Nel 1858 fu creato un unico archivio di Corte dove venne concentrata la documentazione della Segreteria di Corte, della Computisteria generale e degli altri dipartimenti. L'intento fu dunque quello di creare un vero e proprio archivio storico dove raccogliere "tutte quelle carte, che tenute un tempo nella R. Guardaroba Generale, ed incominciando dall'anno 1481, contengono tutto quanto riguarda l'antica Amministrazione di Corte" insieme a "quanti altri fogli esistessero nei diversi uffizi del Dipartimento fino alla data del 1814" (ASFi, Imperiale e Reale Corte, 1311, n. 18).
Da una relazione di Francesco Soldi, incaricato di presiedere alle operazioni di riordino, si apprende che le carte della Guardaroba medicea costituivano già un nucleo documentario distinto: a queste erano fatte seguire le carte prodotte nel periodo della Reggenza, quelle di epoca lorenese fino al 1800, quindi le carte della Segreteria di Corte, quelle del periodo napoleonico ed infine quelle appartenenti ad altri uffici subalterni.
Alla fine del periodo lorenese, nel 1859, l'archivio di Corte fu concentrato e conservato presso il Ministero della Real Casa. Da quel momento ebbe inizio la lunga serie di trattative fra il Ministero della Real Casa, la Soprintendenza archivistica, i Ministeri dell'Istruzione pubblica e dell'Interno, che avrebbe portato al versamento delle carte nell'Archivio Centrale di Stato di Firenze. Fu soltanto nel febbraio 1892 che il re autorizzò il trasferimento dei nuclei documentari dell'archivio di Corte, con riserva per le carte di "carattere intimo per le famiglie cui appartengono" (ASFi, Archivio della Soprintendenza, 285, ins. n.683).
La documentazione medicea, in precedenza ordinata cronologicamente e dotata di strumenti per la consultazione, costituì il fondo della Guardaroba Medicea, cui fu aggiunta un'appendice relativa all'amministrazione della Guardaroba nel periodo della Reggenza lorenese. Le carte delle epoche successive confluirono nel fondo dell'Imperiale e Reale Corte.
L'archivista Iodoco del Badia fu incaricato di presiedere alle operazioni di trasferimento delle carte da Palazzo Pitti agli Uffizi, allora sede dell'Archivio di Stato, ed in questa occasione redasse un sommario elenco della documentazione versata (cfr. per la Guardaroba medicea ASFi, Inventari, Sala di studio, N/59).
Alla fine del XX secolo, l'archivio della Guardaroba medicea, da sempre ordinato con criteri meramente cronologici, è stato oggetto di un nuovo intervento di riordino condotto, sulla carta, da Maria Grazia Vaccari (cfr. ASFi, Inventari, Sala di studio, S/44) ed edito nel 1997. L'inventario, che procede secondo l'ordine istituzionale della riforma del 1637, ricostruisce la complessa articolazione della Guardaroba illustrando i diversi ambiti di attività che la caratterizzarono.
I pezzi contrassegnati dai nn. di corda A.122, A.122bis, A.123, A.124, A.125 e A.126, A.127, A.128, A.136 sono passati al fondo dell'Imperiale e Reale Corte, identificati rispettivamente dai nn. 5448, 5449, 5447, 5450, 5445, 5446, 5451, 5444, 5443. I nn. A.129 e A.130 sono, rispettivamente, gli attuali inv. V/392 e inv. V/393.
Descrizione: Il fondo contiene le carte prodotte dall'ufficio preposto alla gestione del patrimonio mobiliare della famiglia Medici fino alla sua estinzione, avvenuta nel 1737, nonché le carte prodotte dall'amministrazione della Guardaroba all'epoca della Reggenza lorenese (1737-1765).
La documentazione conservata nella Guardaroba è in gran parte legata alla storia delle arti nel principato mediceo: vi si trovano notizie sulla realizzazione, amministrazione e conservazione di suppellettili, mobili ed arredi, oggetti d'arte, d'uso e di pregio, ma anche di abiti, biancheria, armi, strumenti musicali e quant'altro venne accumulandosi nelle ville, nei palazzi e nelle gallerie del granducato mediceo. Tale archivio rappresenta quindi un punto di riferimento essenziale per gli studi sul collezionismo mediceo, sulla vita di corte, sulle manifatture palatine, sui rapporti con le maestranze e gli artisti che vi operarono.
Ordinamento: Il fondo è caratterizzato da tre differenti sequenze numeriche, che si riferiscono all'ordinamento materiale assunto dalla documentazione a seguito del suo ingresso presso l'Archivio Centrale di Stato di Firenze e che individuano tre nuclei: Guardaroba Medicea, Appendice, Diari di etichetta.
L'inventario a stampa in uso (Sala di studio, S/44) riflette un ordinamento virtuale, che organizza il materiale documentario in serie e sottoserie che si susseguono secondo l'ordinamento istituzionale indicato dalla riforma della Guardaroba del 1637, comprendendo anche la documentazione miscellanea dell'Appendice, riunita alle serie e sottoserie pertinenti, e i Diari di etichetta, considerati di per sé come una serie.
L'ordinamento valido per le richieste rimane comunque quello materiale.
Numerazione: Il fondo riporta tre numerazioni: da 1 a 1463 per le unità della Guardaroba medicea; da 1 a 139 per le unità della Guardaroba medicea Appendice (in questo caso il numero di corda dei pezzi è preceduto dalla lettera A); da 1 a 7 per i Diari di etichetta.
Per le richieste dei pezzi è necessario specificare la sezione di interesse (Guardaroba medicea / Guardaroba medicea Appendice / Diari di etichetta) e, quindi, l'antico numero di corda indicato nell'inventario S/44 accanto a quello d'ordine, così come illustrato nelle Avvertenze dello stesso inventario.
Limiti di accessibilità:- Irreperibile il n. 1126.
File digitale delle serie Guardaroba del taglio, Guardaroba delle robe fabbricate, Inventari di palazzi e ville, Inventari di oggetti personali e di vestiario
Riproduzioni: Riproduzioni delle serie Guardaroba del taglio, 1542-1773; Guardaroba delle robe fabbricate, 1482-1769; Inventari di palazzi e ville, 1545 - 1818 mar. 2; Inventari di oggetti personali e di vestiario, 1560-1738
Consulta le riproduzioni digitaliStrumenti di ricerca:La documentazione è stata prodotta da:La documentazione è conservata da:Fonti:- ASFi, Archivio della Soprintendenza, 285, ins. n. 683
- Relazione del soprintendente Bartolomeo Bartolini Baldelli del 24 marzo 1859, ASFi, Imperiale e Reale Corte, 1314, ins. n. 68
- Relazione preparatoria del 14 luglio 1858, ASFi, Imperiale e Reale Corte, 1311, n. 18
Bibliografia:- Concetta Giamblanco, Piero Marchi (a cura di), Imperiale e Real Corte, a cura di, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1997, pp. 32-45
- Maria Grazia Vaccari (a cura di), La Guardaroba medicea dell'Archivio di Stato di Firenze, Firenze, Regione Toscana, Giunta Regionale, 1997, pp. 11-15; 26-33
- Giulio Prunai (a cura di), Firenze. Repubblica (sec. XII-1532). Granducato Mediceo (1532-1737). Reggenza Lorenese (1737-1765). Granducato Lorenese (1765-1808, 1814-1861). Governo francese (1807-1808), Milano, Giuffrè, 1967, p. 18
Redazione e revisione:- D'Angelo Fabio, 05-FEB-20, integrazione successiva
- Floria Silvia, 19-MAG-05, rielaborazione
- Topini Alessandra, 18-MAR-96, prima redazione