Nel territorio italiano compreso nell'Impero francese fu prevista la Mairie, municipalità ereditata dal sistema amministrativo d'Oltralpe. L'organizzazione municipale prevedeva la nomina da parte del prefetto di un Maire e l'elezione di un Consiglio municipale dotato di ristretti poteri decisionali.
Il Maire restava in carica cinque anni, era coadiuvato da un numero variabile di aggiunti e esercitava le sue funzioni sotto la vigilanza del prefetto e del viceprefetto o su loro delega. A lui spettavano l'amministrazione dei beni, delle entrate e delle uscite comunitative, la direzione dei lavori pubblici, le funzioni di polizia in ambito locale, nonché la pubblicazione di regolamenti e provvedimenti su queste materie. A lui era inoltre attribuita la funzione di ufficiale di stato civile, preposto, per il tramite dei suoi aggiunti, alla redazione degli atti di nascita, matrimonio e morte, da conservarsi presso l'archivio municipale. In materia finanziaria vennero introdotti sostanziali cambiamenti. Le entrate si basarono sulla riscossione del "centesimi addizionali" previsti dalle imposte statali: tassa fondiaria, tassa personale, tassa delle porte e finestre (pagata al momento della costruzione degli edifici), tassa sulle patenti (pagata per l'esercizio di arti e professioni).
In caso di necessità i Consigli municipali potevano aumentare le entrate grazie alla locazione di spazi pubblici, al servizio di pesa pubblica, alla applicazione di "octrois", dazi di consumo interni. Le previsioni di entrata e uscita assunsero la forma di veri e propri bilanci annuali, deliberati dai consigli e approvati dai prefetti dipartimentali. Della riscossione delle entrate da imposte dirette e dell'erogazione delle spese era responsabile il percettore municipale. Apposite norme fissavano l'estensione dei circondari di riscossione.
Soggetti produttori collegati:Redazione e revisione:- Santolamazza Rossella, redazione centrale SIAS, 2018/03/29, supervisione della scheda
- Scheda duplicata dal SIUSA