1816 - 1860
La legge 8 dic. 1816 stabiliva all'art. 1 che tutti i "reali domini al di qua e al di là del Faro" costituissero il Regno delle Due Sicilie: venivano così unificati i precedenti Regno di Napoli e Regno di Sicilia.
Con legge 11 dic. 1816 era riconosciuta alla Sicilia una particolare autonomia, pur confermando l'esigenza dell'unità delle istituzioni politiche, ed era istituito un luogotenente generale per l'isola. Con il successivo decreto 9 gen. 1818 furono stabilite le norme per l'organizzazione della Real Segreteria e ministero di Stato presso il luogotenente generale, mentre gli organi collegiali della Gran corte dei conti e della Consulta furono istituiti rispettivamente nel 1818 e nel 1821. Per gli organi del potere giudiziario, la legge 22 dic. 1818, n. 1422, aboliva, dal 1° gennaio 1819, tutti i poteri giudiziari operanti a quella data in Sicilia. Parallelamente istituiva, da quella medesima data, in via provvisoria, quattro commissioni: due a Palermo, che sostituivano, l'una la Gran corte civile e criminale, l'altra le Curie civile e criminale; una a Messina, per l'esercito delle funzioni proprie di quella regia udienza; una a Catania, con le funzioni della Curia di quella città. Sempre provvisoriamente, si stabiliva che in ciascun comune vi fosse un solo giudice, con funzioni sia civile che criminale; che i capitani giustizieri proseguissero nelle loro funzioni; che il Consolato di mare e terra di Messina continuasse ad esercitare le proprie attribuzioni. Altre norme per l'attuazione di quanto era stato disposto dal citato decreto, vennero dettate con i decreti 12 gen. 1819, nn. 1453, 1454, 1455 e 1464. Temperando le disposizioni sull'abolizione dei poteri giudiziari, il decreto 12 gen. 1819, n. 1465, disponeva che per soppressione del Supremo tribunale di giustizia di Palermo, per quanto riguardava la sua funzione consultiva prestata alla luogotenenza, doveva intendersi che quella particolare funzione sarebbe stata esercitata da una speciale commissione consultiva che si istituiva in Palermo. Il decreto 13 gen. 1819, n. 1466, prorogava, sino all'espletamento dei loro incarichi, le funzioni dei giudici deputati per le vendite col verbo regio. Le commissioni giudiziarie provvisorie di Palermo, Messina e Catania, in base al decreto 9 feb. 1819, n. 1491, venivano completate con la nomina, in esse, di supplenti. Con il decreto 26 mar. 1819, n. 1643, rilevando che si era determinato un aggravio di lavoro per le due commissioni provvisorie istituite a Palermo, si creava un'apposita Commissione straordinaria (costituita da tre giudici, un pubblico ministero, un avvocato dei poveri e un sollecitatore), deputata a giudicare con l'antico procedimento "de mandato", ma rimettendo, tuttavia, le cause alla prima commissione qualora le parti non avessero accettato tale tipo di sentenza. Infine, il decreto 31 mar. 1819, n. 1551, confermava la permanenza del Giudice di scala e porto franco di Messina, essendo giudice di revisione per le sentenze pronunciate da quel Consolato, che era stato confermato dai decreti 1° set. 1817, n. 870, 22 dic. 1818, n. 1422, e 23 mar. 1819, n. 1529. A seguito della nuova e organica legislazione cessarono di funzionare istituti secolari, sostituiti da organi paralleli a quelli già in vigore nelle province napoletane.
[espandi/riduci]Dal punto di vista territoriale nei Domini al di qua del Faro (Italia meridionale) furono costituite le seguenti Province:
- Provincia di Napoli, con capoluogo Napoli
- Provincia di Terra di Lavoro, con capoluogo Santa Maria di Capua (poi Santa Maria Maggiore) e dal 1820 Caserta
- Provincia di Abruzzo Ulteriore Primo, con capoluogo Teramo
- Provincia di Abruzzo Ulteriore Secondo, con capoluogo Aquila (L'Aquila)
- Provincia di Abruzzo Citeriore, con capoluogo Chieti
- Provincia di Molise, con capoluogo Campobasso
- Provincia di Capitanata, con capoluogo Foggia
- Provincia di Terra di Bari, con capoluogo Bari
- Provincia di Terra d'Otranto, con capoluogo Lecce
- Provincia di Basilicata, con capoluogo Potenza
- Provincia di Calabria Ulteriore Prima, con capoluogo Reggio (Reggio di Calabria)
- Provincia di Calabria Ulteriore Seconda, con capoluogo Catanzaro
- Provincia di Calabria Citeriore, con capoluogo Cosenza
- Provincia di Principato Ulteriore, con capoluogo Avellino
- Provincia di Principato Citeriore, con capoluogo Salerno.
Nei Domini al di là del Faro (Sicilia) furono costituite le seguenti Valli:
- Valle di Palermo, con capoluogo Palermo
- Valle di Messina, con capoluogo Messina
- Valle di Catania, con capoluogo Catania
- Valle di Girgenti (attuale Agrigento), con capoluogo Girgenti, abolita con decreto 12 giu. 1828, n. 1878, e ricostituita con decreto 16 dic. 1828, n. 216;
- Valle di Siracusa, con capoluogo Siracusa e dal 1837 Noto (elevata a capitale di Valle con decreto 23 ago. 1837, n. 4209)
- Valle di Trapani, con capoluogo Trapani
- Valle di Caltanissetta, con capoluogo Caltanissetta.
All'interno di ciascuna Valle della Sicilia furono istituiti i seguenti distretti: Palermo, Cefalù, Corleone, Termini nella Valle di Palermo; Messina, Castroreale, Mistretta, Patti nella Valle di Messina; Catania, Caltagirone, Nicosia, Acireale (aggiunto con decreto 3 feb. 1838, n. 4458) nella Valle di Catania; Girgenti (attuale Agrigento), Bivona, Sciacca nella Valle di Girgenti; Siracusa (con decreto 5 ott. 1838, n. 4859, Siracusa, che era stata declassata a capoluogo di circondario, divenne capoluogo di distretto), Modica, Noto nella Valle di Siracusa; Trapani, Alcamo, Mazara nella Valle di Trapani; Caltanissetta, Piazza, Terranova nella Valle di Caltanissetta.
Dopo la sconfitta del regime borbonico (1 ottobre 1860) e il plebiscito del 21 ottobre 1860 nelle province napoletane e in quelle siciliane, il Regno delle Due Sicilie fu annesso al Regno di Sardegna entrando a far parte del Regno d'Italia a marzo 1861.
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- Santolamazza Rossella, redazione centrale SIAS, 2021/07/30